Paola Paleari nasce come pittrice ma è nella scultura che trova il suo alleato più fedele. Tramite lo studio, l'osservazione e i ricordi d'infanzia per la natura, l'artista ha trovato nella scultura il medium più idoneo per rappresentare le sensazioni più profonde, riunendo così la sua origine pittorica ad essa. Gli aspetti più interessanti della scultura a cui ha fatto appello l'artista sono la tridimensionalità e la malleabilità, i quali giocano per diventare complici dei movimenti di costruzione e creazione; come se materia, mani e sentimenti lavorassero univocamente per generare ciò che più di sincero esiste; l'arte. La materia diviene l'oggetto concreto che guida l'artista alla ricerca di un rapporto terreno, dove le connessioni e le emozioni umane si mescolano con la sfera naturale. In NAQUI Paola Paleari si avvicina a un mondo essenziale, in cui togliere la pesantezza degli artifici sociali risulta fondamentale per conquistare una sincerità emozionale. Non è un caso che la natura ci metta al suo mondo nudi, spogli, soli con il nostro essere, ma come afferma l'artista "Più cresciamo e più ci addobbiamo, facciamo nostre delle strutture che prima o poi ci staranno strette, ma più di tanto non ci si può coprire se si vuole essere sinceri." L'artista parla di un giro di boa, a cui sembrerebbe che ognuno di noi è destinato ad arrivare per poter essere libero di gestire le pulsioni più naturali ed è proprio in questo frangente che si colloca NAQUI. A cura di Tessa Viganò.