Nel Micromuseo-vetrina, l'artista presenta il suo ultimo lavoro "Hoc", una selezione di end tables con opere fotografiche, ad unica tiratura, stampate su legno: un incontro tra design e fotografia. Paesaggi industriali e ambienti "svuotati" sono i soggetti degli scatti; immagini notturne, dove l'orizzonte sfuma sulle imponenti strutture, immagini nebulose, dettagli decontestualizzati, luoghi scevri di presenza umana. L'installazione viene completata da una fotografia vintage di grande formato: Presenza. Il soggetto con sguardo enigmatico ci osserva, silenzioso e parla direttamente ad ognuno di noi, entra in contatto con lo spettatore innescando una transizione che trasforma l'osservatore nell'osservato, cioè nel soggetto stesso . La ricerca fotografica di Marina Giannobi parte da un preciso obiettivo, quello di catturare la vita, nella sua ordinaria quotidianità, cercando di coglierne quelle energie che un'osservazione distratta potrebbe non percepire. L'artista lavora quindi sul limite percettivo, arricchendolo di nuove esperienze cognitive che concorrono ad una sorta di slittamento della realtà, trasfigurata da quelle energie vitali che esistono e che la compongono effettivamente, ma che solo lo scatto fotografico è in grado di svelare e ricondurre allo sguardo . Gli scatti fotografici non vengono modificati digitalmente. Dal 2000 espone in gallerie d'arte contemporanea e musei. Partecipa al Premio Cairo, alla 54° Biennale di Venezia, realizza una camera d'artista al Malaca lnstituto di Malaga.