HIC ET NUNC “Installazione” Cocci, vecchi libri, fogli, tela, cemento, acrilico, carboncino Fermo immagine. La vita resa immortale nell’atto. Il rosso. La libertà. Tutto si ferma. Per un attimo si resta immobili e sospesi. Poi la vita si frantuma e tutto ciò che era calcifica. Nomi. Persone. Azioni. Quotidiano. Sesso. Vita. Morte. La cenere travolge tutto, confermandosi nell’immortalità. Restano le ombre. Resta il ricordo di una libertà interrotta. Pompei. Ora come allora. Umanità spezzata. L’installazione gioca sul contrappasso tra antico e attuale. Evento naturale che irrompe nel ciclo naturale degli eventi. I nomi contemporanei anacronisticamente collocati in una scena antica. Il rosso pompeiano, diretto rimando alle stanze rosse, chiama l’"atto" che si intravede nei disegni. Disegni della quotidianità in cui il sesso vissuto liberamente in ogni aspetto della vita resta impresso su una carta da giornale del nostro tempo, ora come allora. I disegni ritrovati vengono salvati. La sessualità resa immortale ed esposta, anche se celata dal segno del carboncino. Nero. Fuliggine. Tutto copre. Tutto svela, in eterno movimento.